Abbiamo intervistato il progettista Arch. Ilaria Marchesotti, incaricata dell’intervento di recupero di Palazzo Arnaboldi, edificio condominiale storico in Pavia, Via della Rocchetta.

Si tratta di un palazzo settecentesco dei Marchesi Corti poi Arnaboldi, soggetto a vincolo diretto che interessa sia il fabbricato principale che le aree dei cortili privati.

Le opere di manutenzione sono state autorizzate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Provincia di Pavia, che ha imposto come principio fondamentale il mantenimento dell’impatto visivo originale.

L’intervista è stata condotta unitamente al sig. Massimiliano Baldan, uno dei titolari della rivendita Nuova Car Color, che ha fornito i materiali per l’esecuzione dei lavori e a Davide Graziano, Funzionario Tecnico Commerciale e Sales Consultant di Caparol, che ha fornito l’assistenza tecnica legata all’intero progetto.

1. Architetto Marchesotti, Lei ha seguito i lavori per la ristrutturazione di un prestigioso edificio storico a Pavia: Palazzo Arnaboldi. Ci può parlare della sua esperienza in relazione a questo incarico?

La mia esperienza è stata ottima: è stato il primo cantiere che abbiamo seguito insieme con prodotti innovativi. La location era in assoluto unica, in pieno centro storico, nei pressi della Chiesa di San Michele, capolavoro del Romanico. E’ stata una grandissima soddisfazione in quanto il luogo era prestigioso e l’immobile stupendo. Un edificio con caratteristiche molto particolari essendo un immobile composito, non unico bensì costituito da più edifici con caratteristiche architettoniche di finiture e di colori molto diversi tra loro;  quindi è stata anche una sfida professionale riuscire a gestire questa composizione di edifici e restituire un effetto omogeneo e armonioso a tutto il complesso, compreso anche l’intorno urbano. Questo edificio è di fatto un vero e proprio quartiere, un’isola nel centro storico di Pavia; ha una dimensione rilevante e si rapporta anche con alcune parti esterni delle vie pubbliche e degli immobili che lo circondano. Ci sono più edifici e molti cortili interni che non si vedono ed un cortile esterno principale che si affaccia sulla Chiesa di San Michele, che è veramente notevole. Pur essendo un edificio privato, questa percezione che dall’esterno si ha anche dell’interno, gli conferisce una grande connotazione pubblica e in questo modo viene percepito anche da chi passa.

2. Come si presentavano le facciate del Palazzo sul quale siete intervenuti? Sono stati rilevati fenomeni di degrado? E se sì, quali in particolare i più gravi?

- M. Baldan: vi erano evidenti sfarinamenti, sfogliature del film di vernice esistente. Alcune parti erano interessate da umidità di risalita e si notavano vari rappezzi con colori differenti. Anche nella facciata principale c’erano due finiture diverse che spezzavano sostanzialmente l’omogeneità della facciata stessa, dandone un effetto visibilmente non continuo. Con questo intervento sono state ripristinate le finiture dell’edificio principale su Via della Rocchetta

- D. Graziano: oltre a ciò, la facciata presentava offuscamenti e patine di polvere da smog, che incupivano colore e modanature architettoniche

- I. Marchesotti: e fra l’altro le finiture precedenti erano opache e anche molto piatte, non avevano un effetto di velatura. Questo è stato l’intervento principale che  abbiamo realizzato: abbiamo dato quell’effetto di velatura che ha accentuato la bellezza dell’edificio e lo ha valorizzato. Anche nell’arco della giornata l’illuminazione naturale dà quegli effetti di rilievo che sottolineano anche  i dettagli delle cornici, dei serramenti, delle finiture,  delle parti in ferro;  e questa è stata sicuramente la soluzione vincente.

3. La Sovrintendenza riportava specifiche indicazioni a livello di prodotto? E, in caso affermativo, quali?

I. Marchesotti: sul fabbricato oggetto di intervento sussiste un vincolo diretto ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs 22 gennaio 2004 n. 42 – vincolo del 7 aprile 1926, che interessa sia il fabbricato principale che le aree dei cortili privati e l’oggetto della richiesta consisteva nel ritinteggiare una porzione dell’immobile mantenendo esattamente i colori e le finiture esistenti.

4. Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato?

I. Marchesotti: nessuna dal punto di vista tecnico e molte invece legate alla gestione del cantiere. E’ stato piuttosto difficoltoso in quanto, essendo su vie pubbliche piuttosto strette, in pieno centro storico e anche all’interno in un cortile privato con un giardino vincolato molto particolare, per raggiungere ogni parte abbiamo dovuto utilizzare degli elevatori e attrezzature particolari nel cortile, ossia piattaforme aeree tipo “Ragno”. Inoltre c’è una torretta molto alta che si affaccia proprio sulla Chiesa di San Michele e anche lì abbiamo adoperato dei cestelli per arrivare in altezza. Fra l‘altro la torretta aveva anche delle cornici in laterizio che abbiamo dovuto ricoprire interamente. Quindi, in sintesi la gestione mirata a non rovinare le finiture storiche, i dettagli e i lavori in altezza sono state forse le parti più difficili del lavoro.

5. Che criteri che ha adottato per procedere al ripristino?

- M. Baldan: abbiamo effettuato un sopralluogo con il vostro funzionario Davide Graziano, è stata poi attuata un’analisi dei supporti e insieme abbiamo deciso di procedere al restauro con la linea Histolith di Caparol, dedicata al restauro storico e monumentale. Sono stati eseguiti i trattamenti specifici di pulizia delle facciate, sulle quali è stato poi applicato il fondo Histolith QuartzGrund e infine due mani di finitura Histolith Mineralin ai silicati di potassio, idonea per uniformare e riempire superfici strutturate

- D. Graziano: prima di proporre la linea Histolith, al di là del contesto che si prestava, abbiamo dovuto capire se effettivamente i prodotti ai silicati fossero compatibili con il film pittorico esistente; quindi, sono stati fatti dei rilievi specifici con dei reagenti appositi per valutare la compatibilità dei prodotti

- I. Marchesotti: aggiungo che la finitura ai silicati era stata vivamente consigliata dalla Sovrintendenza per rendere più traspirante la facciata e quindi questa analisi di compatibilità è stata fondamentale.

6. In che modo Caparol ha supportato l’analisi e la scelta dei colori?

- I. Marchesotti: lo ha fatto mediante sopralluoghi mirati, con la rilevazione dei colori già presenti e la valutazione tecnica della compatibilità del supporto con gli intonaci esistenti, tutto ciò per relazionarci con le prescrizioni della Sovrintendenza e dare un effetto di maggiore antichizzazione e riqualificazione alla facciata.  Il supporto è stato tecnico e sulle finiture ci siamo attenuti il più possibile a non stravolgere la situazione preesistente.

- D. Graziano: allo scopo sono stati utilizzati dei colori ossidi della linea Histolith che durano nel tempo in quanto non contengono composti organici nella pigmentazione.

7. Che regole ha adottato per l’abbinamento e l’applicazione di colori e materiali?

I. Marchesotti: ci siamo attenuti il più possibile a ciò che era già percepibile visivamente in precedenza, non abbiamo stravolto assolutamente lo stato dei luoghi. Sull’abbinamento abbiamo individuato sfumature che interagivano bene tra di loro e rendevano organico tutto l’intervento perché, come abbiamo già detto, essendo un complesso immobiliare costituito da più edifici anche molto diversi tra loro dal punto di vista architettonico, abbiamo appunto cercato di dare una continuità alla percezione visiva del contesto generale.

8. Quali altri prodotti della linea Caparol ha scelto per gli interventi su Palazzo Arnaboldi?

- M. Baldan: abbiamo scelto la linea Capalac per quanto riguarda gli interventi sui serramenti, mentre per le inferriate abbiamo usato il Capalac Schutz nella tinta già esistente, ossia uno smalto ferromicaceo ad effetto antichizzante, anticorrosivo, con elevata protezione e a rapida essiccazione. Il muro di recinzione del lato via Capsoni è stato tutto rasato con Armareno, rasante minerale feltrabile a grana medio-fine, e poi abbiamo dipinto circa 200 metri di parete con Sylitol-Finish, una pittura minerale per facciate a base di silicato di potassio e stabilizzanti organici, formulata con pigmenti ad alta resistenza alla luce solare e diffusiva verso il vapore acqueo.

Le facciate di via Capsoni durante l'intervento di tinteggiatura

9. Architetto Marchesotti, come e quando ha conosciuto Caparol e quali sono i motivi principali per i quali ha scelto di collaborare con questa azienda?

Ci siamo conosciuti in occasione di questo intervento molto importante. Abbiamo effettuato insieme tutti i sopralluoghi, ragionato su quali potevano essere le soluzioni migliori sia tecniche che dal punto di vista visivo, scelta di tinte e finiture da adottare, e ci siamo trovati subito d’accordo su come condurre l’intervento, dovendo anche gestire le prescrizioni richieste dalla Sovrintendenza. E dato che c’era questa possibilità di avere un optimum dal punto di vista della finitura, abbiamo deciso di concentrarci su questa linea dedicata al restauro storico e monumentale che ci era stata presentata.

10. Com'è cambiato il vostro settore negli anni e come lo avete affrontato?

- I. Marchesotti: dal punto di vista architettonico e paesaggistico, di finiture e di materiali, in questi ultimi anni è aumentata la sensibilità per quanto riguarda il recupero dei beni culturali, ma anche degli edifici esistenti non vincolati. In generale su tutti gli immobili del centro storico stanno prendendo piede i Piani del Colore, che forse prima erano visti in modo un po’ marginale. Oggi invece c’è molta più attenzione anche alla scelta dell’architetto come figura di riferimento, importante nella selezione dei colori, dei materiali e delle tecniche anche di finitura. A mio parere è decisamente migliorata questa percezione, c’è una maggiore sensibilità in questo senso. In particolare in centro storico con i Piani Colore si è data una svolta di incisività maggiore nella scelta di questo genere di materiali e finiture.

- M. Baldan: confermo che anche presso il punto vendita si riscontra una maggiore attenzione da parte della clientela: se gli si spiegano bene le performances che può avere un prodotto, il cliente più attento è disposto a spendere anche un po’ di più per avere un risultato migliore con una qualità maggiore

- D. Graziano: e poi fondamentali i fattori di qualità e versatilità dei materiali; il binomio corretto è avere un prodotto di qualità che l’applicatore possa utilizzare in modo semplice.

- I. Marchesotti: aggiungo che per il ripristino di Palazzo Arnaboldi, alcuni effetti che abbiamo dato, in particolare quello della velatura che è un effetto complesso, i materiali che abbiamo utilizzato ci hanno aiutato molto ad avere dei tempi di realizzazione del cantiere relativamente brevi. Questo cantiere siamo riusciti a completarlo in soli tre mesi. Anche questo rapporto qualità-tempo non è banale perché, soprattutto per lavorazioni che richiedono tempistiche legate alla stagionalità, l’aspetto della semplicità di applicazione diventa fondamentale.

11. Nuova CarColor ha fornito i materiali per il ripristino del Palazzo Arnaboldi: Arch. Marchesotti, com’è stata la vostra collaborazione con questo cantiere di Caparol?

Eccellente, una sinergia e una cooperazione quasi quotidiana. Una partecipazione che giorno dopo giorno aumentava e una felicità condivisa nel vedere il bel risultato concretizzarsi. Questo lavoro ci ha coinvolti con entusiasmo e grande è stata la soddisfazione nel vedere che tutto ciò che era stato previsto teoricamente prima di avviare il cantiere, si stava realizzando con un risultato decisamente soddisfacente. Nuova CarColor mi ha supportata per la prima volta nella mia attività professionale, ma non sarà l’ultima perché ho da subito trovato molta professionalità e passione per il lavoro che si stava svolgendo, valori che ci accomunano e che sono fondamentali per la buona riuscita di un cantiere.

Vista da piazza San Michele


 

12. Cosa c’è nel vostro futuro?

- M. Baldan: visto il successo di questo primo cantiere, a breve ne avvieremo un altro, sempre in centro storico

- I. Marchesotti: esatto, si tratta di un immobile molto importante, un edificio estremamente visibile con un colore anche particolare e con finiture estetiche abbastanza simili all’immobile principale di Palazzo Arnaboldi, con cornici e parti in ferro considerevoli. Data la mia esperienza estremamente positiva, mi avvarrò della collaborazione tecnica di Caparol e di Nuova CarColor per la fornitura dei prodotti, e ci attendiamo la stessa performance e lo stesso successo di questo primo cantiere.

 

Da sinistra: Massimiliano Baldan, Arch. Ilaria Marchesotti e Davide Graziano

 

Scopri tutti i dettagli dell'intervento: http://www.caparolmedia.it/realizzazioni/intervento-di-recupero-delledificio-storico-palazzo-arnaboldi-a-pavia

 

Dic.2021