Abbiamo intervistato i progettisti Arch. Paola Michela Saverino e Arch. Davide Domenighini, incaricati dell’intervento di ripristino di un edificio storico ubicato in Corso Dante, nel centro di Chiavari (GE), sul quale sono intervenuti con i prodotti della linea Histolith di Caparol, dedicata al restauro storico e monumentale.

1. Architetti Saverino e Domenighini, da quanto tempo operate in questo settore? Che tipo di lavori eseguite e in quale area geografica opera in prevalenza il vostro Studio di Progettazione?

Svolgiamo attività di progettazione dal 1995, occupandoci in prevalenza di recupero edilizio ed urbanistica e operiamo principalmente nel Levante ligure e nel suo entroterra.

 

2. Insieme, avete seguito i lavori per la ristrutturazione dell’edificio storico condominiale in Corso Dante a Chiavari (GE):  ci potete parlare della vostra esperienza in relazione a questo incarico?

Si è trattato di un intervento interessante in quanto l’edificio, risalente al 1900, è dotato di un fronte principale esteso e molto articolato, caratterizzato dalla presenza di ricchi ornamenti e fregi di facciata, che non aveva mai subito un integrale intervento di recupero; di conseguenza, si era persa quasi totalmente traccia del suo colore originario ed anche gli elementi decorativi in aggetto erano piuttosto degradati.

Abbiamo quindi puntato ad un intervento di restauro basato sulla ricerca dei materiali ancora presenti e dei cromatismi preesistenti per riportare l’edificio all’antico aspetto, nel rispetto delle tecniche costruttive di origine.

Le tinte proposte sono state individuate in base all’esame visivo dell’intonaco originario ancora presente, in base all’analisi tipologica di palazzi analoghi siti nel contesto di riferimento e alla memoria storica.

 

3. Quali erano le problematiche che presentavano le facciate dello stabile e perché secondo voi? (esposizione a umidità e/o pioggia diretta, irraggiamento solare diretto, intonaco vetusto, particolari condizioni climatiche avverse della zona, ecc.)? 

Il problema che presentavano tutti i prospetti dell’immobile era il degrado diffuso dovuto principalmente alla mancanza di manutenzione negli anni, aggravato dagli agenti atmosferici e dallo smog cittadino. 

E’ stato però riscontrato un intonaco generalmente sano, anche se con zone di distacco e solo in zone limitate veramente compromesso e siamo quindi potuti intervenire con azioni localizzate di ricostruzione del supporto ed una più generale opera di consolidamento dell’esistente.

 

4. Ci potete raccontare come è stato messo a punto il ciclo completo per il rifacimento delle facciate? Analisi dello stato, individuazione degli interventi e dei materiali, possibili criticità (in caso ne abbiate rilevate) e come sono state superate?

Partendo dai presupposti sopra indicati, abbiamo eseguito un’analisi del degrado individuando le porzioni e le modalità di intervento riferite alle specifiche condizioni riscontrate; successivamente, ci siamo orientati verso la scelta di materiali e tecniche costruttive compatibili con le nostre esigenze.

I lavori, pertanto, sono stati calibrati in corso d’opera in maniera puntuale, in funzione dello stato di degrado via via riscontrato, prevedendo sia interventi di ripristino delle porzioni dell’intonaco e degli elementi architettonici ammalorati, sia interventi di sola pulitura e consolidamento.

 

5. Su quali elementi delle facciate dell’edificio siete intervenuti?

Siamo intervenuti sui prospetti del caseggiato nel loro complesso e sugli elementi decorativi a rilievo che caratterizzano la facciata principale, quali cornicione, mensole, cornici marcapiano e a perimetro delle bucature, parapetti pieni e basamento a bugnato; sono stati interessati dalle opere in maniera significativa anche i terrazzini che affacciano su Corso Dante e quelli che prospettano sul giardino.

 

6. Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato?

Quelle insite in tutti gli interventi di risanamento conservativo su palazzi d’epoca, ossia la necessità di predisporre interventi mirati in base allo stato di degrado di ogni parte dei prospetti e di ogni singolo elemento architettonico; una volta messi a punto i criteri e le modalità operative, non si sono verificate altre criticità.

 

7. Che criteri avete adottato per il progetto di ripristino e per redigere il campionario dei colori?

Trattandosi di superfici piuttosto ampie, soggette a diverse condizioni di degrado e, sopratutto sul retro, coinvolte nel tempo in interventi di manutenzione localizzati e disomogenei, ci siamo basati sulle tracce di colore ancora presenti nelle parti più protette dei prospetti. Oltre a ciò, abbiamo anche fatto una ricerca sui colori utilizzati all’epoca per palazzi Chiavaresi analoghi per tipologia ed impianto decorativo, riuscendo a ricostruire lo stato originario.

 

8. Per la ristrutturazione è stato scelto il ciclo per il Restauro storico e monumentale Histolith: perché questa scelta?

Perchè nel panorama dei cicli di nostro interesse è quello che ci ha dato maggiori garanzie sia di omogeneità rispetto al supporto preesistente, sia di risultato.

9. In qualità di progettisti, consigliereste il ciclo Histolith di Caparol?

 

 

 

Certamente.

 

 

 

10. In che modo Caparol ha supportato l’analisi e la scelta del ciclo d’intervento e dei colori e quali regole ha adottato per l’abbinamento e l’applicazione di colori e materiali?

Abbiamo ricevuto tutte le indicazioni tecniche necessarie ad orientarci in base alle nostre aspettative. Volevamo prodotti compatibili con un supporto prevalentemente a base calce e le soluzioni che ci sono state proposte dal vostro referente di zona, sia di materiali che di ciclo di posa, ci hanno pienamente soddisfatto. Infine per i colori, una volta individuati i cromatismi da riprodurre, abbiamo potuto valutare nell’ampia scelta della specifica “mazzetta colori” e, dopo alcune prove con i campioni che abbiamo richiesto, abbiamo individuato ciò che faceva al caso nostro.

 

11. Il P.d.C. riportava specifiche indicazioni a livello di prodotto? E, in caso affermativo, quali? 

No, nessuna indicazione. L’intervento ricade però in area soggetta a vincolo paesaggistico, pertanto si è reso necessario un più accurato studio dei colori di progetto anche in rapporto al contesto circostante.

 

12. Com’è stata la vostra esperienza in cantiere con Caparol? 

Decisamente positiva, abbiamo avuto tutto il supporto tecnico e logistico che ci serviva.

 

13. Come e quando avete conosciuto Caparol e quali sono i motivi principali per i quali si è scelto di collaborare con questa azienda? 

Sono molti anni che conosciamo e lavoriamo con Caparol e abbiamo sempre avuto riscontri positivi rispetto alle nostre esigenze.

 

14. Potete raccontarci un caso degno di nota, se sussiste, in cui Caparol ha fatto la differenza con i suoi prodotti o servizi, contribuendo alla risoluzione di un problema? 

Con la vostra assistenza tecnica e commerciale siamo sempre riusciti a risolvere le varie criticità del cantiere, con competenza e tempestività.

15. Com’è cambiato il vostro settore negli anni, come lo avete affrontato e cosa c’è nel vostro futuro?

Nel nostro settore, negli ultimi anni, abbiamo visto aumentare sensibilmente l’offerta dei materiali disponibili e delle tecniche costruttive per le diverse situazioni ed esigenze e questo è sicuramente un vantaggio in termini di possibilità di trovare soluzioni alle diverse problematiche progettuali e che possono emergere  in cantiere.

Non sempre però è facile conciliare tali innovazioni con le aspettative del committente e/o con le consuetudini operative delle imprese locali, quindi la figura dell’architetto deve, sempre di più, essere in grado di fare comprendere a tutti i soggetti coinvolti l’importanza di ogni singola scelta rispetto all’obiettivo da raggiungere.

Riteniamo che la professione sia molto legata all’aggiornamento, non solo tecnico, e quindi siamo pronti ad affrontare il futuro consapevoli che tutto evolve e che bisogna sempre essere al passo con i tempi.

 

Feb.2022