Abbiamo intervistato l’arch. Sonia Calzoni del prestigioso Studio Calzoni Architetti, vincitrice del “Premio Architettura e Urbanistica 2021” per la città di Milano, nella categoria Edilizia Residenziale di nuova costruzione, grazie al progetto Casa Borio Monte Rosa 66.

L’arch. Sonia Calzoni, docente presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e Presidente dell’Istituto Nazionale di Architettura della Regione Lombardia, nonché vincitrice del Concorso Internazionale di Progettazione “Novecentopiùcento” per l'estensione del Museo del Novecento del Secondo Arengario, Piazza del Duomo, ha progettato un elegante e moderno edificio di quattro piani, nel distretto Fiera-Bolla di Milano, via Monte Rosa 66, commissionato da Borio Mangiarotti Spa.

Sul nuovo edificio residenziale è stato realizzato il Sistema di isolamento termico di Caparol Capatect Top Line, su una superficie di 2.200 mq, con finitura Capatect Accento, una tecnologia che, applicata sui rivestimenti a spessore specifici per il cappotto, permette di creare superfici moderne, che riflettono i nostri tempi e danno risalto al  design architettonico degli edifici di pregio.

L’immobile, che si contraddistingue per lo stile e il gusto anni ’60, si inserisce in modo elegante nel contesto urbano grazie alle sue linee semplici ed efficaci. Il sedime ad L ha permesso la creazione di un giardino su cui si affaccia la parte interna. Le facciate si differenziano nel loro aspetto: più urbano sulle vie pubbliche e maggiormente aperto all’interno, con ampi serramenti in cristallo e inserimento di balconi continui.

In tinta bianco e rivestiti da legno ricomposto Emil Wood Talk, i fronti interni si affacciano sull’area verde, conferendo nell’insieme un senso di appartenenza al giardino stesso.

Il piano terra è completamente rivestito in lastre di alluminio, lo stesso materiale in cui sono realizzati tutti i serramenti, costituendo così una base continua e mono-materica su cui poggia tutto l’edificio.

1. Architetto Calzoni, Lei ha progettato il nuovo ed elegante edificio residenziale Casa Borio di via Monte Rosa 66, che ha meritato il “Premio Architettura e Urbanistica 2021” per la città di Milano: ci può parlare di questo riconoscimento e della sua esperienza in relazione a questo incarico?

È stato un premio inaspettato e rappresenta un ulteriore riconoscimento e un importante apprezzamento per il nostro lavoro. Un progetto valutato positivamente da molti, che ha riscosso l’interesse cittadino, dei miei colleghi e di varie testate giornalistiche. In merito a questo incarico, abbiamo affrontato una fase iniziale di affinamento del concept di progetto, con le difficoltà di comprendere come questo volume poteva essere inserito correttamente su quest'area, misurandoci con il tema del duplice affaccio sulle vie Monte Rosa e Monte Bianco; tuttavia, in generale ha avuto un iter felice, grazie anche al sostegno e alle molte interazioni piacevoli con l’impresa Borio Mangiarotti, ossia lo sviluppatore di tutta l’iniziativa.

 

2. Il prestigioso Premio Architettura e Urbanistica Urbanfile porta la firma di Alumni e Alumnae, l’Associazione dei Laureati del Politecnico di Milano, fortemente voluta dalla Governance dell’Ateneo, con l’obiettivo di sviluppare solide relazioni tra gli Alumni e mantenere un legame continuo tra l’Ateneo ed i suoi ex studenti. Cosa significa per Lei far parte di questa Associazione?

Alumni e Alumnae è un’Associazione alla quale sono particolarmente legata e che mi riporta al ricordo del percorso per iscrivermi a questa facoltà fino a conseguirne la Laurea; una scelta molto sentita, ma anche in parte osteggiata dal mio contesto familiare. In quegli anni sembrava che esercitare la professione di architetto nel nostro Paese fosse qualcosa di impossibile e, in effetti, questo percorso di studi non offriva uno sbocco lavorativo certo; ancora di più per una ragazza.

Ho sempre creduto che fosse indispensabile perseguire le proprie idee e attitudini, perché è solo l’entusiasmo che ci sostiene e ci dà la forza di affrontare le difficoltà del lavoro, così come le insicurezze e, a volte, anche gli insuccessi.

Fortunatamente, in questo periodo c'è un incremento di lavoro per molti professionisti ed anche i giovani neolaureati hanno maggiori prospettive di crescita e di poter trovare lavoro in Italia. Andare all’estero mi sembra, rispetto a qualche anno fa, un’opportunità e non più un obbligo.

Per quanto riguarda il Politecnico, c’è un’interazione che non si è mai fermata: prima come assistente del corso di Restauro, poi per due anni accademici ho tenuto lezioni di Elementi di Progettazione presso il corso di Laurea in Design degli Interni e da quattro anni sono docente di Alta Qualificazione di Progettazione architettonica e urbana alla Facoltà di Architettura.

3. Su questo edificio residenziale di nuova realizzazione è stato applicato il Sistema di isolamento termico a cappotto Caparol, Capatect Top Line, col ciclo di finitura ArchiTexture+ Accento Solid, ossia una scelta che evidenzia il design architettonico, valorizzandone le forme e garantendo le prestazioni e l’affidabilità del cappotto. Ci racconta come si inserisce questa soluzione estetica nel Progetto Casa Borio Monterosa 66?

La nostra scelta architettonica è stata quella di ottenere un volume dalle linee molto definite, un volume stereometrico e questo tipo di finitura del cappotto della Caparol particolarmente liscia, in grado di mettere in evidenza proprio tutte le superfici, è sicuramente il prodotto che maggiormente soddisfaceva le nostre esigenze. Peraltro, essendo stato ben realizzato, risponde alle nostre richieste estetiche, ovvero la soluzione proposta ha supportato le nostre esigenze e il risultato atteso è stato conseguito. A distanza è visibile un volume liscio e bianco con superfici perfettamente complanari e, avvicinandosi, si possono cogliere anche ulteriori geometrie, ossia delle leggere linee incise, degli scuretti, che disegnano la facciata.

4. In che modo Caparol ha supportato la scelta di questa soluzione?

Sono parecchi anni che noi collaboriamo con Caparol e siamo certamente soddisfatti.

Nell’affrontare un progetto ci piace in qualche modo sperimentare anche nuove finiture e nuovi materiali e con Caparol abbiamo sempre avuto un dialogo aperto e proficuo. L’azienda ci ha sempre fornito assistenza tecnica, nonché produzione di campioni, realizzati ogni volta appositamente per il progetto in corso, poi presentati e condivisi con la committenza.

Apprezziamo l’affidabilità di Caparol e la volontà di individuare insieme le soluzioni migliori; l’azienda ci ha sempre supportati nei vari progetti che prevedono il rivestimento degli edifici prevalentemente in cappotto termico.

In uno dei recenti progetti realizzati in collaborazione, relativo ad un immobile di Milano in via Montecuccoli, abbiamo fatto anche della sperimentazione. Caparol ha realizzato per noi alcuni campioni ad hoc con delle texture diverse e ci siamo recati presso la sede dell’azienda per vedere insieme come si poteva lavorare il materiale, spingendoci poi in una serie di prove che sono state molto interessanti e che hanno consentito di identificare la soluzione più adatta.

5. Come si inserisce il Progetto nel contesto urbano della rinnovata via Monte Rosa, che in quel tratto vede anche la nuova sede de “Il Sole 24 Ore”?

Monte Rosa a Milano è una via di natura prevalentemente residenziale, soprattutto nel primo tratto in cui si inserisce anche il nostro edificio. Così come le vie Monte Bianco e le altre del quartiere limitrofo, si tratta di un'espansione a carattere residenziale della città verso ovest e verso la parte di San Siro.

Sono zone con presenza di edifici non troppo alti, immersi nel verde e quindi il nostro progetto ha ricercato di armonizzarsi con il contesto con un volume che mantiene gli allineamenti e i profili altimetrici con particolare attenzione alla disposizione sul lotto. È un intervento con un preciso linguaggio che dialoga con l’intorno e al contempo in grado di soddisfare le esigenze di una residenza contemporanea.

L’immobile Casa Borio Monte Rosa 66 è posizionato in un lotto a cavallo tra le vie Monte Rosa e Monte Bianco e ha un ingresso sia da una parte che dall'altra; pertanto, doveva ricreare anche il collegamento tra queste due vie e proporsi con un prospetto su entrambe. Su Monte Rosa il prospetto permette di guardare anche l'interno del giardino, perché l’edificio ha un sedime ad L. Da qui si accede all’ingresso principale e, appunto al giardino, che è diviso dalla strada solo da una rete metallica molto sottile. Verso Monte Bianco abbiamo invece un prospetto più urbano, più rigoroso, che si estende lungo tutta la cortina edilizia.

 

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Mag.2022